Innovazione digitale e viticoltura si sposano al Vinitaly

2022-12-21 15:55:34 By : Ms. Polla Lu

Negli anni il tasso di tecnologia presente tra i padiglioni del Vinitaly è andato crescendo. Gironzolando tra gli stand della fiera scaligera (che si è appena conclusa) è stato possibile incontrare aziende che utilizzano la blockchain per tracciare le proprie bottiglie di vino. Cantine che gestiscono tutte le operazioni aziendali con software gestionali degni di una grande industria. Etichette con tag Nfc, mescitori automatici e wine-delivery in grado di consegnare a casa del cliente una bottiglia in poche ore.

Tra le molte aziende innovative abbiamo incontrato Terre dell’Etruria, una cooperativa toscana, con circa 3.500 aziende agricole associate, che raccoglie anche una sessantina di viticoltori per un totale di 100 ettari sparsi per un territorio capace di esprimere eccellenze, come quella del Chianti Doc o di Bolgheri.

Produzioni di qualità, sostenibilità e un forte legame con il territorio. Sono questi i valori espressi dalla cooperativa che per comunicare meglio con il consumatore ha deciso di stampare su ogni bottiglia un QRCode. Scansionandolo con il cellulare è possibile avere maggiori informazioni sul vino stesso, sul territorio dal quale proviene, ma anche il numero di bottiglie prodotte, l’azienda che le ha imbottigliate e la sua posizione geografica.

“Con questo sistema siamo in grado di fornire al consumatore più esigente tutte le informazioni che desidera riguardo alla bottiglia che mette in tavola. Questo ci permette di valorizzare non solo il nostro prodotto di eccellenza, ma anche tutto il lavoro che sta a monte”, ci racconta Paolo Granchi, responsabile agronomico di Terre dell’Etruria. “L’innovazione, anche digitale, credo sia lo strumento ideale per poter continuare a produrre vini di qualità in maniera sostenibile, un valore oggi centrale per il consumatore moderno”.

D’altronde oggi i viticoltori si trovano in mezzo ad un fuoco incrociato. Da un lato l’Unione europea ha tagliato il numero di agrofarmaci disponibili, rendendo più difficile la difesa del vigneto da malattie come la peronospora e l’oidio (due funghi che possono azzerare la produttività delle viti). Dall’altro la Grande distribuzione e i governi rendono più complessa la commercializzazione dei prodotti.

“Per supportare i nostri soci, Terre dell’Etruria fornisce una assistenza tecnica capillare e ci appoggiamo a Syngenta, che ha a catalogo non solo agrofarmaci moderni, ma anche una serie di soluzioni digitali per la viticoltura”, sottolinea Granchi.

Presente con un truck all’interno dei padiglioni della Fiera di Verona, Syngenta ha illustrato ad espositori e visitatori il suo GQA – Grape Quality Agreement, un programma attraverso il quale Syngenta supporta i viticoltori fornendo agrofarmaci innovativi, assistenza tecnica e strumenti (digitali e non) in grado di migliorare la produttività e la sostenibilità del vigneto.

Sotto il cappello Cropwise, che racchiude l’offerta digitale di Syngenta, si trovano due strumenti pensati proprio per le aziende vitivinicole: eMAT e TrapView. Il primo è un software che permette di conoscere in anticipo, già ad inizio stagione, quale sarà il profilo residuale delle uve portate in cantina a seconda dei prodotti fitosanitari usati in campo.

“E’ uno strumento di grande utilità perché conoscendo i residui nelle uve possiamo sapere in quali Paesi il nostro vino potrà essere esportato oppure a quali supermercati potremo venderlo”, racconta Granchi. Ogni Stato ha infatti dei propri limiti sulla quantità e tipologia di residuo ammesso. E se non si sta attenti il rischio è che dopo una stagione di fatiche la bottiglia non possa varcare i confini.

Lo stesso discorso vale per le insegne della Grande distribuzione, che hanno dei propri protocolli interni che impongono ai fornitori standard sempre più stringenti. Se si vuole vendere il vino alle grandi insegne è allora indispensabile sapere quale tipologia di residui è ammessa.

L’altro strumento pensato per la viticoltura è TrapView, una trappola per il monitoraggio degli insetti dannosi in campo in grado di scattare da remoto delle foto delle catture evitando quindi all’agricoltore di dover fare dei sopralluoghi di persona.

Se infatti in passato gli agricoltori trattavano i vigneti a calendario, e cioè in date fisse e prestabilite, oggi i trattamenti insetticidi vengono eseguiti solo quando realmente necessario. Ma per capire se sia il caso di intervenire o meno bisogna sapere quanti insetti ci sono in vigneto. Per farlo si installano delle trappole con dei diffusori di feromoni che attraggono gli adulti della specie (in questo caso la tignola) che volando nella trappola rimangono appiccicati su una superficie adesiva.

Di norma l’agricoltore esegue dei sopralluoghi di persona e contando il numero di catture decide se trattare o meno. Grazie a TrapView i sopralluoghi non sono più necessari. La trappola infatti scatta una foto in automatico e la carica in cloud. Ovunque si trovi, l’agricoltore può quindi verificare sul suo smartphone il numero di catture.

In questo modo si facilita una difesa più razionale e sostenibile del vigneto e si ha anche un impatto ambientale positivo, evitando all’agricoltore di doversi recare in auto in ogni vigneto per controllare le trappole.

“L’agricoltore deve oggi fare un tipo di agricoltura intensiva e sostenibile”, sintetizza Mauro Coatti, CP Technical Support Head Italy di Syngenta. “Intensiva perché deve produrre di più in termini di qualità e quantità per unità di superficie. Ma deve farlo in maniera sostenibile per l’ambiente. E al contempo deve prestare attenzione anche alla sostenibilità economica dell’azienda”.

Il Grape Quality Agreement risponde esattamente a questa sfida, mettendo a disposizione del viticoltore il meglio che l’innovazione ha da offrire. Agrofarmaci con un profilo ambientale positivo, tool digitali, trappole smart, ma anche programmi a sostegno delle api, come Operation Pollinator, e per una corretta gestione della miscela fitosanitaria, come Heliosec.

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